A proposito del Ragdoll è stato detto di tutto: che sia capace di rilassarsi e di abbandonarsi a causa di qualche misterioso difetto ereditario, che abbia alterazioni al sistema scheletrico, con ripercussioni sul sistema nervoso e che, per questo, sia insensibile al dolore… Tutte queste fantasiose ipotesi sono state sfatate da studi condotti nella clinica universitaria di Glasglow (California) alcuni anni fa.
La verità è che il Ragdoll è un gatto normalissimo, frutto di accurate selezioni tra soggetti estremamente socievoli e miti per i quali è stata data molta importanza al “nido” materno. Per ottenere un gatto equilibrato e sereno, è fondamentale che i cuccioli stiano con la madre almeno per i primi tre mesi. La presenza del padre è importante per imparare a socializzare, come il contatto con l’uomo sin dai primi giorni di vita.
Nonostante la mole considerevole, il Ragdoll è l’incarnazione vivente della calma e della serenità. Si distingue per la dolcezza, la placidità e la grande fiducia che ha verso gli uomini e gli altri animali.
Ha bisogno di frequenti contatti col padrone e sarebbe bene coinvolgerlo sempre, facendolo sentire importante con i giochi e le coccole. Di umore molto costante, si dimostra paziente sia coi bambini sia con gli altri animali, e sopporta senza problemi spostamenti e viaggi.
Le uniche cose che lo disturbano sono le grida e il trambusto. Dovessero sorgere problemi di coabitazione, tenterà sempre di eclissarsi piuttosto che cercare lo scontro diretto.
Dolce e costantemente alla ricerca di affetto, ma senza risultare invadente e ossessivo, è curioso e si interessa a tutto ciò che lo circonda. È facilmente educabile, si adatta alla vita casalinga. Ama il suo padrone senza riserva alcuna, per cui si rende particolarmente adatto ad un programma di “Pet-terapy”. È anche poco rumoroso: “tuba” piuttosto che miagolare!